Marchio della Fornace disegnato da Gregorio Gregorj, tra le due iniziali lo stemma di Treviso

1840-1965
Storia della Fornace
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Lato nord-est della Fornace negli ultimi anni dell'Ottocento

Lato sud-ovest della Fornace negli ultimi anni dell'Ottocento

Facciata della Fornace ricostruita dopo l'incendio del 1887Il complesso, costituito da vari edifici, evidenzia nella progressione degli interventi, l'evoluzione industriale italiana collegata sia all'attività agricola che agli influssi culturali europei ed anche orientali, come appare evidente dalla facciata a nord-est, ornata da un fregio in ceramica, attualmente in fase di restauro, rappresentante una danzatrice giapponese.

Di fronte all'edificio originario del 'mezzà', in dialetto veneto 'mezzanino' o 'studio', dal tipico aspetto di villa veneta con porticato e adiacente casa colonica, con due meridiane, che all'inizio dell'attività scandivano il ritmo del lavoro, Vincenzo Guerra, nobile friulano originario di Cividale, ma nato a Casier nel 1791, fece costruire, nel 1840, su un preesistente manufatto industriale, la fabbrica di laterizi attorno alla quale sorsero via via nuovi fabbricati adibiti sia all'attività industriale sia a quella agricola.

1840-1870

Vincenzo Guerra
1870-1887 Regina Guerra-Gregorj
1887-1913 Gregorio Gregorj
1913-1924 Giorgio Gregorj
1924-1965 Alfredo Gregorj

Dopo una produzione prevalente di laterizi, apprezzati per la loro resistenza e usati anche per il restauro di fabbricati antichi, la fabbrica fu diretta a partire dal 1870, dall'unica figlia che Vincenzo Guerra aveva avuto dalla moglie Elisabetta Paradisi, Regina che aveva sposato Bartolomeo Gregorj, rimanendone presto vedova. Fu una delle prime donne imprenditrici del suo tempo, in un periodo in cui in Italia le donne non avevano ancora diritto di voto, conosciuta e stimata anche al di fuori della regione, tanto che a Milano, alla mostra nazionale del 1881, ricevette una medaglia per i suoi prodotti e a Venezia un gruppo di operai vetrai le dedicarono un attestato da loro stessi realizzato. Nel 1886 iniziò la produzione di oggetti artistici in terracotta, con l'utilizzo di un fornello speciale per la colorazione e la verniciatura.

Dono dei vetrai veneziani a Regina Gregorj - 1881Fu in seguito affiancata dal figlio Gregorio che subito dopo gli studi liceali dovette rinunciare all'iscrizione all'Università in favore del fratello minore Vincenzo, divenuto ingegnere, per diventare, come lui stesso amava definirsi, un 'umile fornaciaio'. Personaggio con molteplici interessi, da quelli sociologici e letterari, a quelli industriali, seppe dare all'organizzazione della fornace un aspetto ultramoderno per quei tempi. Lo stabilimento fu distrutto da un incendio nel 1887 e subito dopo ricostruito con grande impegno finanziario, al punto che Gregorio dovette vendere la Villa Ca' Barbaro (ora Buri), costruita sulle rovine della villa precedente dal nonno, e trasferirsi nella più modesta abitazione di Via S.Antonino.

Villa Buri Il forno a fuoco discontinuo fu sostituito da un forno Hoffmann che permetteva una produzione continua dalla primavera all'autunno. Gregorio introdusse anche altri macchinari per aumentare la produzione e la qualità e la varietà dei prodotti. Fece anche abbellire la facciata della fornace con colonne in stile neoclassico, nella forma tuttora visibile.

A fine ottocento nella fornace lavoravavano circa cento operai 'tutti assicurati' e abitanti nelle 'case operaie' appositamente costruite con dotazione di terreno agricolo in affitto.

Giapponesina con vaso, pannello decorativo in mattoncini smaltati.Gregorio aggiunse alla produzione di laterizi, pari a circa 3 milioni di pezzi all'anno, quella delle ceramiche, per le quali fece costruire un forno a fuoco continuo che rappresentava all'epoca una novità (ce ne erano solamente 3 o 4 in Italia). Nel 1894 iniziò a fabbricare una qualità speciale di mattoni ripressati che rispondevano alle esigenze architettoniche di allora per cui si richiedevano mattoni speciali a fasce e spigoli levigati. Ideò anche una nuova tecnica sperimentale per la colorazione speciale dei mattoni detta 'a gran fuoco' per la quale ottenne anche il brevetto nel 1895. Una speciale lavorazione 'a graffito' fu ideata per simulare la trama della tela sulle piastrelle decorate.

Con lui la produzione di ceramiche artistiche, già iniziata ai tempi di Regina, si sviluppò ulteriormente tanto che raccolse riconoscimenti nazionali ed europei.

Seminara di Palmi di Calabria 1909 - Giorgio Gregorj in piedi dinnanzi al ricostruito villaggioGregorio si occupava attivamente delle problematiche sociali del trevigiano, in particolare di quelle del mondo contadino e dei problemi dell'emigrazione. Era iscritto al partito progressista e diede il suo valido contributo all'amministrazione della città. Fu promotore all'interno della fornace di una Società di Mutuo Soccorso tra gli operai.

Scuolabus 1893 - Giorgio va a scuola a dorso di un asinelloLasciò numerosi scritti di argomento sociale. Collaborò al giornale 'L'Adriatico' e fondò nel 1898 il 'Bollettino dell'Industria Ceramica'. Di lui rimangono, ancora inediti, un epistolario, una raccolta di poesie, un dizionario incompleto del dialetto trevigiano e un diario della prima guerra mondiale. Singolare fra gli scritti inediti la "Canzone di Primavera" scritta a Parigi nel 1900. Fu nominato Cavaliere della Corona per i suoi meriti industriali. Intrattenne stretti rapporti con persone dedite alla cultura come Augusto Serena, il pittore Augusto Cézanne e l'Abate Luigi Bailo, fondatore del museo civico trevigiano ed altre persone di cultura straniere. Era in contatto con imprenditori del settore francesi, ungheresi, inglesi e giapponesi.

Il Ten. Giorgio Gregorj nel 1918 in una foto di gruppoLa sua conoscenza e sensibilità gli permise di predire lo sviluppo dell'economia giapponese in uno scritto per la 'Scuola Libera Popolare' del 1905. Analizzò l'evoluzione della città di Treviso fino agli anni '30 per gli aspetti urbanistici e della viabilità, in uno studio pubblicato nel "Bollettino della Camera Commercio di Treviso" nel 1910. Collaborò alla rivista 'L'Edilizia Moderna', a quella francese 'La Ceramique' e alla rivista 'Faenza'.

Dal 1913 la fornace fu diretta dal figlio maggiore Giorgio, ingegnere, laureatosi a Padova. Egli continuò con successo l'attività del padre, fino alla grande guerra.

Nel 1917 tutti i macchinari furono smontati e trasferiti a Milano per timore di una invasione austriaca. La fornace fu occupata dall'esercito italiano e la produzione si fermò. Riprese immediatamente alla fine della guerra, nel 1919, senza i ritardi che mediamente subirono le altre industrie.

In seguito Giorgio Gregorj ingrandì gli edifici industriali, ristrutturò e costruì ex novo altri edifici rurali, tuttora utilizzati come residenze private. Nei primi anni venti si trovò a dover difendere gli operai e gli impianti durante i turni di notte contro gli agitatori. La produzione aumentò e continuarono riconoscimenti nazionali e internazionali.

"Ma non bisogna dimenticare che si prepara per quel popolo un'ora di ascensione gagliarda, piena di avvenimenti per il futuro, avvenimenti che avranno una ripercussione in tutto il mondo. ... quei lavoratori delle risaie, quei coltivatori appassionati dei fiori, quei piccoli artisti che hanno la passione dei colori, della luce, delle farfalle, dei tappeti finissimi, quei compositori di case di bambù ... non tarderanno a mandare nei nostri paesi il sovrappiù dei loro prodotti, che aumenteranno in numero con l'aumento della meccanica. Non per nulla quella piccola gente porta sulla sua bandiera l'emblema del sole che nasce dal mare. Io penso a quella piccola gente ardita, ricca di abnegazione, pronta ai sacrifici, penso a quel popolo pieno di idealità e di trionfi, diventato potente in breve volger di tempo, educato alla scuola del dovere, come potrà porsi far sentire all'Occidente il peso della sua influenza; influenza che ci deve richiamare con affetto di italiani allo studio dei fatti ed avvenimenti anche economici per non perdere quel primato di produttori di cose belle che furono sempre vanto d'Italia. ..." (Gregorio Gregorj, scritto il 13/5/1905)

Sia pure con i cambiamenti del gusto in atto in quegli anni continuarono numerose le collaborazioni con vari artisti dell'epoca, tra i quali anche il fratello Mario Gregorj, che poi proseguì l'attività di pittore e scultore fino alla fine dei suoi giorni.

Giorgio Gregorj aveva superato senza esami la licenza liceale (allora erano esonerati gli studenti che avevano ottenuto durante l'anno la media del sette). Si  laureò in ingegneria a Padova a 22 anni. Partecipò alla spedizione in aiuto dei terremotati di Reggio e Messina colpiti dal sisma del 28 dicembre 1908, diretta dal sindaco di Venezia Conte Filippo Grimani nel 1909, e divenne direttore dei lavori di ricostruzione del paese di Seminara di Palmi in Calabria, terminati nel giugno dello stesso anno. Fu richiamato al servizio militare nel 1917 e prestò servizio nella compagnia del genio del XIII Corpo d'Armata sull'Altopiano di Asiago. Fu tra i fondatori della Cassa di Risparmio nel 1913.

Logo pubblicitario disegnato da Alberto MartiniNelle ultime elezioni libere fu eletto deputato provinciale e, dopo la Liberazione, partecipò nuovamente alla vita pubblica trevigiana come assessore ai lavori pubblici, e fu sindaco nel 1951-52. Lasciò una scherzosa autobiografia alla soglia dei 90 anni.

Dal 1924 la fornace fu diretta dal fratello Alfredo con ulteriori riconoscimenti, tra cui quello del 1930 alla Esposizione Mondiale di Barcellona, fino alla seconda guerra mondiale.

Dopo le difficoltà degli eventi bellici gli impianti si rivelarono non più adeguati ai tempi e alle nuove dinamiche dello sviluppo. I prodotti, pur essendo  di ottima qualità, avevano costi di produzione non in linea col mercato. L'impresa avrebbe richiesto ingenti impegni finanziari per rinnovare completamente i macchinari, cosa che non fu possibile affrontare. L'attività continuò fino al 1965.

 Serie di stampe giapponesi di fine 800La documentazione amministrativa e tecnica prodotta durante la lunga attività della Fornace Gregorj è raccolta in un archivio che è in fase di riordino e catalogazione. Sono conservati anche documenti personali e scritti inediti lasciati da persone che hanno lavorato nella fornace. Le foto d'epoca usate in queste pagine provengono dalla raccolta iniziata da Gregorio, che fu uno dei primi appassionati fotografi, curata  personalmente sia per lo sviluppo che per la stampa.

Sono in fase di riordino le prove d'artista e i materiali che erano a disposizione per gli studi e le proposte. Gregorio procurava personalmente materiale artistico e tecnico ottenendolo da varie fonti, grazie ai suoi numerosi contatti con persone e ambienti culturali anche stranieri. Un campione estratto da materiale grafico giapponese di fino '800 è visibile indicando l'icona qui a sinistra.

 

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© Luisa Gregorj 2002